Nell’ambito della rassegna “Fragile” promossa dalla Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Genova, ecco il primo appuntamento del ciclo dedicato al tema della demolizione, intesa come strumento costruttivo per trasformare positivamente la città e delinearne il cambiamento.
Durante l’incontro Paolo Carpi, oltre a introdurre il tema del ciclo da lui curato, analizza, nel corso dei secoli, alcuni specifici progetti di demolizioni che, attraverso il disegno dello spazio vuoto, hanno dato una forma alla nuova città. Un viaggio dalla Roma cinquecentesca di Sisto V, capitale ecumenica della cristianità, alla Parigi borghese degli spazi pianificati del piano Haussmann, fino alla Berlino degli anni ’70 del progetto Ungers, dove lo spazio vuoto divenne il luogo delle possibilità e della crescita. Un’occasione quindi per parlare di demolizione come passaggio fondamentale della riscrittura dello spazio urbano e della trasformazione della città.
Alla riflessione sul valore progettuale dello spazio vuoto si affianca quella di Anna Livia Friel sulla finitezza delle risorse materiali e spaziali con l’obiettivo di ritracciare ciò che sfugge dalle grandi narrazioni: che fine fa la città che viene scartata per far spazio a quella nuova? In quest’ottica è possibile leggere il progetto della demolizione non solo nel gesto che sottrae spazio, ma anche nell’opportunità, altrettanto radicale, di riassegnare al materiale sottratto una nuova forma. Si parla di urban mining, di gestione dei rifiuti da demolizione, di Horizon 2020, di Parigi ma anche di detriti e riempimenti a Venezia, della ricostruzione postbellica di Beirut.
Paolo Carpi (Brescia, 1974) ha studiato architettura presso lo IUAV di Venezia, dove si è laureato con lode nel 2004. È tra i soci fondatori dello studio baukuh. Ha insegnato nella facoltà di architettura di Genova dal 2010 al 2014. È stato tutor in diversi workshop internazionali e socio fondatore e membro della redazione della rivista San Rocco. Nel 2019 ha conseguito un dottorato di ricerca presso l’università di Genova, con una tesi intitolata “Demolizioni”.
Anna Livia Friel (Vicenza,1988) ha studiato Architettura allo Iuav di Venezia e all’ENSAPLV di Parigi. È dottoranda in Urbanistica allo Iuav dove sta concludendo una tesi dal titolo “Lo spazio finito. Osservazioni sul ruolo urbano della demolizione”. È stata visiting PhD all’EPFL di Losanna e all’AUB di Beirut.