FRANCO ALBINI, 1905-1977

Inizia la sua attività professionale nello studio di Gio Ponti ed Emilio Lancia. In quegli anni visita l’esposizione Internazionale del 1929 di Barcellona (dove Giò Ponti cura il padiglione italiano e Mies van der Rohe realizza quello della Germania) e Parigi dove ha modo di visitare lo studio di Le Corbusier.
Con l’apertura del primo studio professionale con Renato Camus e Giancarlo Palanti  inizia ad occuparsi di edilizia popolare; ma è soprattutto nel contesto delle mostre che sperimenta il suo compromesso tra “rigore e fantasia poetica”, coniando gli elementi che saranno tema ricorrente in tutte le declinazioni del suo lavoro; “l’arte dell’allestimento fu per i Razionalisti della prima generazione ciò che la prospettiva era stata per gli architetti dell’Umanesimo: il campo aperto a un’ipotesi di spazio che necessitava di profonde riflessioni prima di approdare alla concretezza del cantiere”.
Albini diviene un progettista completo, la cui opera spazia dall’edilizia al design, dagli allestimenti all’urbanistica. Tra i suoi capolavori si annoverano: i Musei genovesi che cambiano il modo di fruizione dell’opera d’arte da parte del pubblico, il Rifugio Pirovano a Cervinia, la Rinascente a Roma e la Metropolitana di Milano, che ispira i progetti delle linee di New York e San Paolo.
Uomo silenzioso, rigoroso, ironico, Albini lavora incessantemente, sorretto da un codice morale che lo accompagna nel corso di tutta la sua carriera. Crede fermamente nel ruolo sociale dell’architetto come professione a servizio della gente. Lo considera la ragione stessa della sua esistenza.

 

FEDERICO BUCCI

Ordinario di Storia dell’architettura presso il Politecnico di Milano, è stato visiting professor in numerose Università di tutto il mondo. Ha collaborato con le più importanti riviste di architettura: Casabella, Rassegna, Domus, L’Architettura. Cronache e Storia. Tra i maggiori studiosi dell’opera di Franco Albini, nel 2006 cura la sezione “Spazi atmosferici: l’architettura degli allestimenti” all’interno della mostra “Zero Gravity. Franco Albini. Costruire le modernità”, Triennale di Milano, a cura di Fulvio Irace con l’allestimento di Renzo Piano.