Nell’ambito della rassegna “Fragile” promossa dalla Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Genova, all’interno del ciclo di incontri La casa e lo spazio pubblico, con Lina Ghotmeh, architetta libanese con studio a Parigi, l’attenzione si concentrerà sul lato lirico e sperimentale del progetto di edilizia residenziale.

L’incontro è incentrato su “Stone Garden”, l’edificio da lei realizzato nel quartiere portuale di Beirut. La decisione della proprietà di costruire sul sito dello studio di Pierre el Khoury, celebre architetto libanese scomparso, un edificio a destinazione mista che ospitasse tra l’altro gli appartamenti dei familiari e una galleria d’arte, ha fornito un’inconsueta opportunità alla Ghotmeh di realizzare un immobile di inusuale qualità scultorea.

Lina Ghotmeh, architetto umanista, come ama definirsi, nasce a Beirut nel 1980. I suoi studi al Dipartimento di Architettura dell’Università americana di Beirut, l’hanno portata a leggere in modo diverso tracce, memoria, spazio e paesaggio, promuovendo “un’archeologia del futuro”.  Dopo aver conseguito il diploma coronato dai premi Azar e Areen, ha proseguito la sua formazione presso la Scuola Speciale di Architettura di Parigi, dove è diventata professore associato tra il 2008 e il 2015. È a Londra che ha collaborato con Ateliers Jean Nouvel e Foster & Partners e, nel 2005, ha vinto il concorso internazionale dell’Estonian National Museum. In questo evento, ha co-fondato l’agenzia DGT Architects a Parigi e poi ha guidato questo grande Museo Nazionale alla sua realizzazione. Si distingue per diversi premi tra cui l’Ajap Prize nel 2008 e il Dejean Prize of the Academy of Architecture 2016.