L’opera di Giancarlo De Carlo, architetto, urbanista, polemista, appassionato uomo di cultura del XX secolo è troppo nota per ripercorrerla qui. Dallo IUAV a Venezia all’ILAUD a Urbino e a Siena, dal Team X a Terni, da Harvard a Mazzorbo, da “Spazio e Società” a Catania, gli interventi di De Carlo sono ormai casi di studio, e testimonianze storiche di un impegno profondo e continuo sia professionale che “politico”. Meno noto è il registro “privato” del suo impegno, l’amore per la Grecia come luogo della mente e sorgente di molte riflessioni, oppure la passione per lo schizzo a mano libera, a volte secondo una vena descrittiva e funzionale all’approfondimento progettuale, a volte puramente creativa, quasi involontaria.
La raccolta di questi schizzi prodotti soprattutto nell’ultima parte della sua vita è ora custodita dalla figlia Anna e costituisce il cuore in qualche modo privato del suo archivio, i cui fondi “storici” si trovano allo IUAV di Venezia e in parte al MAXXI di Roma e al Beaubourg di Parigi. Questi schizzi, in gran parte inediti, che la Triennale di Milano ha presentato per la prima volta nel decennale della scomparsa di De Carlo, non hanno nulla che vedere con le cosiddette “architetture di carta” poiché nacquero per una ricerca del tutto personale, come suggestioni, idee, o semplici divertimenti. Piccoli disegni, quasi diagrammi concettuali e formali, che attraverso la loro incompletezza sembrano suggerirci uno spazio lasciato all’immaginazione: una progettazione “tentativa” che sembra preludere ad una partecipazione allargata. Una mostra piccola ma “preziosa” che intende mostrare la qualità e l’originalità degli schizzi (con dimensioni anche molto diverse, dalle pagine di un bloc-notes a grandi fogli da disegno) cercando di ritrovare e di esporre i fili che li legano, di volta in volta, ad un pensiero, al volto di un amico, ad un dettaglio decorativo, ad una architettura. Facendo ricorso anche a brani di testi particolarmente significativi, ad alcuni plastici in scala, e a flmati di interviste, l’obbiettivo è quello di rendere il più possibile evidente la totalità e la organicità del pensiero e dell’azione di De Carlo, sempre alla ricerca di una coerenza complessiva, di un’armonia mai solo estetica. Un ricordo sentimentale oltre che una mostra di architettura, un piccolo omaggio all’immagine meno conosciuta e più privata di Giancarlo De Carlo.